FILTRO ANTIPARTICOLATO
Elemento dell'impianto di scarico, installato sui motori Diesel, la cui caratteristica è quella di riuscire a trattenere gli elementi di particolato prodotti dalla combustione del gasolio (il particolato è composto per l'88% di carbonio, ossia fuliggine, per il 5% di ossigeno, per il 2,5% di idrogeno e per lo 0,5% di azoto).
Da più di dieci anni le case automobilistiche stanno lavorando per migliorare questo particolare tipo di filtro, ed oggi le vetture più moderne dispongono di un FAP (Filtro Anti Particolato) in grado di ridurre a zero queste emissioni di polveri sottili.
Il problema più grosso da affrontare nella realizzazione di un FAP è la sua rigenerazione, ossia la sua capacità di non intasarsi (auto pulirsi) dalla fuliggine, che altrimenti lo renderebbe in breve tempo inutilizzabile. Da soluzioni con particolari tipi di ceramiche, si è passati all'uso di un particolare additivo immesso automaticamente dalla vettura nel gasolio ad ogni rifornimento.
Questo additivo è l'ossido di cerio (anche detto cerina), ed appartiene alla famiglia delle terre rare. Esso si trova in un piccolo serbatoio nella vettura, e viene immesso nel carburante grazie ad un iniettore.
La cerina riduce la temperatura di combustione della fuliggine da 550 a 450 gradi, ma questo accorgimento da solo non basta.
I gas di scarico infatti in città non superano solitamente i 150-200 gradi, e per questo i moderni motori sfruttano le potenzialità del common-rail per effettuare una mini iniezione ritardata, per generare una post-combustione nei cilindri e nell'impianto di scarico, all'interno del catalizzatore ossidante posto prima del filtro. Questo comporta un aumento delle temperature sino alla soglia di combustione dell'ossido di carbonio e un incremento dei consumi del 2-4%.
La rigenerazione viene effettuata ogni 400-500km e il guidatore non si accorge dell'improvviso aumento di coppia da essa derivante grazie alla gestione elettronica della centralina.